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Roma, 26 febbraio - “Ancora una volta piangiamo decine di vittime: donne, uomini e bambini partiti su un barcone alla ricerca di una vita migliore, o semplicemente alla ricerca di una possibilità di sopravvivenza. Ma piangere non basta. La prima causa di queste stragi va rintracciata nelle politiche sbagliate”. Lo affermano, in una nota, Cgil nazionale e Cgil Calabria.
“Le politiche europee e del nostro Paese, che insistono sulla esternalizzazione delle frontiere, sulla perseguibilità di chi soccorre e non di chi sfrutta, sulla chiusura dei porti, sono la prima causa di queste tragedie. Non si tratta di speculare, si tratta di dire le cose come stanno e assumersi le proprie responsabilità”
Per la Cgil nazionale e la Cgil Calabria: “Occorre favorire politiche di coesione e di sviluppo delle aree più povere del mondo, fermare le guerre, garantire la libera circolazione delle persone, favorire una diversa distribuzione delle ricchezze. Occorre - aggiungono - istituire corridoi umanitari, superare gli accordi di esternalizzazione delle frontiere, rivedere il Trattato di Dublino e il Memorandum con la Libia, impegnarsi per politiche di accoglienza per rifugiati e profughi”.
“Le stragi continueranno finché non ci sarà un cambio radicale delle politiche che considerino l’immigrazione un fenomeno strutturale e non un problema di sicurezza”, concludono Cgil nazionale e Cgil Calabria.